L’ultimo decreto ministeriale, di data 26 aprile, prevede la riapertura delle scuole a settembre. Si
può dire che siamo uno dei pochi Paesi che ha posticipato la ripresa delle attività didattica in aula al
nuovo anno scolastico.
Questo da un lato è positivo perché riducendo gli spostamenti e i contatti riusciranno a limitare i
contagi. Però dall’altro lato aumenta le difficoltà dei genitori che riprendendo a lavorare dovranno
organizzarsi per stare a casa o in casi estremi trovare una baby sitter. Quest’ultimo è un argomento
spinoso perché ci sono molti genitori in ansia dato che devono assicurarsi di trovare una persona
affidabile e soprattutto che non risulti positiva dal coronavirus per tutto l’arco di tempo che accudirà
i loro figli.
Il Presidente Giuseppe Conte ha comunque confermato nuovi aiuti alle famiglie, in specifico ha
parlato di sostegno per i genitori che hanno figli a casa. È previsto il congedo straordinario e il
bonus baby-sitting.
La decisione del Governo è stata presa dopo essersi consultati anche con il comitato tecnico-
scientifico che ha ritenuto rischiosa la riapertura delle scuole a maggio. Si potrebbe correre il
pericolo di rovinare il lavoro che si è fatto fino a oggi per contenere i contagi da coronavirus. Si
esporrebbero a rischio sia il personale docente che i bambini, per non parlare dei genitori che ogni
mattina si devono spostare per portare i figli a scuola.
Si continuerà quindi con la didattica a distanza che fino ad oggi si è svolta discretamente. Nel
frattempo la ministra Azzolina sta lavorando sugli esami di Stato per consentire che si svolgano in
conferenza personale, naturalmente in condizioni di sicurezza.
In Europa non tutti si stanno comportando allo stesso modo. Ad esempio in Francia, il Presidente
Emmanuel Macron recentemente ha dichiarato che riaprirà le scuole a partire dall’11 maggio. Non
riapriranno tutte insieme, ma gradualmente. Sembrerebbe che questa decisione l’abbia presa
andando contro il comitato tecnico-scientifico che appunto non è favorevole alla riapertura delle
scuole.
Questa notizia ha sorpreso anche gli insegnanti che ormai erano preparati alla riapertura a
settembre. Infatti molti di essi sono preoccupati in particolare per quanto riguarda i dispositivi di
sicurezza. Hanno paura che non bastino per tutti, hanno calcolato che servirebbero, ogni giorno,
mascherine per circa 800 mila insegnati e più di dieci milioni studenti. Inoltre si parla di test, spesso
i bambini non presentano i sintomi. Si dice anche che forse le lezioni a scuola saranno riservate solo
ai bambini che hanno genitori che lavorano fuori casa, il resto continuerà a svolgere la didattica
online.
In Germania è previsto la riapertura delle scuole persino prima della Francia, ovvero il 4 maggio.
Anche qui la ripresa sarà graduale.
In Spagna non si sa ancora di preciso quando avverrà la riapertura delle scuole, molto
probabilmente accadrà verso la fine del mese di maggio. Il governo sta lavorando per garantire la
sicurezza sanitaria, per farlo in modo graduale e con moderazione. È importante che l’istruzione
avvenga in luoghi sicuri, non si possono esporre docenti e bambini a rischi di contagio da COVID-
19, dopo quello che recentemente ha subito la Spagna.
A preoccupare tutti i Paesi è la disparità sociale degli alunni a causa della chiusura delle scuole. In
particolare questo problema è sentito nei quartieri popolari e nelle zone rurali. È a rischio anche la
loro salute psicologica.
Ha espresso la sua opinione anche l’ONG “Save the Children”. Segnala che ci sono molti bambini e
ragazzi a rischio emarginazione riguardo alle loro classi. Purtroppo non tutti i bambini hanno la
fortuna di vivere in case adeguate e con la disponibilità di dispositivi elettronici come computer e
tablet, e di connessione internet.
In alcuni casi però è importante pensare prima a salvaguardare le loro vite e poi il resto. La
situazione di emergenza che stiamo vivendo oggi ha stravolto il nostro modo di vivere in tutto e per
tutto. Per il momento dobbiamo pensare soprattutto a come limitare il più possibile i contagi da
coronavirus.