Da quando si è diffuso il coronavirus purtroppo non si fa altro che parlare delle vittime che sono per lo più anziane.
Generalmente in Italia ci sono tante famiglie che per necessità si rivolgono alle badanti per accudire un loro famigliare. Tanto più oggi ne avrebbero bisogno ma non ci sono più soldi per pagarle e non ci sono più neanche tante badanti perché molte, data l’emergenza, sono ritornate al loro paese d’origine.
Ad oggi ci sono stati diversi casi di positività al tampone sia per quanto riguarda le persone anziane e sia per quanto riguarda le badanti.
Chi abbia contagiato chi non si può sapere con certezza perché solitamente l’anziano anche se prettamente rimane a casa, riceve diverse visite da amici e parenti e questo potrebbe averli esposti al contagio. La badante d’altro canto esce di più sia per motivi di lavoro che personali e quindi stando a contatto con le persone all’esterno potrebbero avere contratto il virus e messo a rischio l’anziano. Le possibilità possono essere tante e in queste storie non c’è un vero colpevole, tanto più quando ancora non si sapeva da cosa e come ci si doveva proteggere.
È stato stimato che attualmente in Italia si contano 2 milioni di persone che svolgono il lavoro di colf, badanti e baby sitter. Un milione sono badanti dove gran parte di loro proviene dall’Est Europa come la Romania e l’Ucraina. Tra questi 2 milioni solo 800 mila sono in regola.
Naturalmente da quando è scattata l’emergenza coronavirus e sono state messe in atto le misure di sicurezza ci sono state molte badanti che hanno deciso di dimettersi e altre che sono state costrette. Ad esempio nelle zone rosse per le badanti che non erano in regime di convivenza era vietato raggiungere la casa dell’anziano che accudivano.
Il coronavirus da una parte ha portato gli assistiti a ritrovarsi soli e dall’altra parte le famiglie che invece avevano la badante che viveva in casa insieme all’anziano a non riuscire più a pagarla a causa delle difficoltà economiche.
Infatti è stato chiesto al governo l’estensione della cassa integrazione straordinaria e che l’estensione del voucher baby-sitter sia concessa anche alle badanti.
Purtroppo in Italia le famiglie non possono detrarre le spese per l’assistenza e questo è inaccettabile in un Paese dove il numero di anziani è molto alto e quindi necessita di un sostentamento maggiore.
Diverse badanti stanno ritornando al loro paese d’origine per paura del virus, ma altre non hanno scelta visto che ora si trovano senza lavoro.
Questo però da origine a un altro problema, ovvero rischiano di portare il coronavirus nella loro località e di contagiare tutti gli abitanti.
Fatto sta che si sono già verificati dei casi di coronavirus ad esempio in luoghi della Romania e dell’Ucraina dove sono rientrate appunto delle badanti che provenivano dall’Italia.
Sfortunatamente si tratta di paesi dove la sanità può contare solo su strutture obsolete.
In questo articolo abbiamo parlato in particolare di badanti, ma lo stesso discorso vale per le colf e per le baby sitter. Inoltre abbiamo parlato di persone che provengono da altri paesi, però è giusto aprire una parentesi anche per gli italiani che si trovano senza lavoro a causa del coronavirus. In particolare il nostro pensiero va ai dipendenti che sono costretti a lavorare in nero e quando il lavoro scarseggia o non c’è, come in questo momento a causa del coronavirus, non può appellarsi a niente, non gli spetta nessun sostentamento dal Governo.